Absinthe di Selene Alaska
La morte, signora volubile e temuta, veglia su ogni anima e la brama. L’ultimo respiro di ogni essere finito le appartiene e chi osa cercare di ingannarla non può che essere condannato a un’eternità di dolore e sofferenze. La morte è un bacio di gelida quiete, l’eternità è un nulla viscoso di peccato.
Julian è sfuggito alla morte diventando un vampiro, ma la maledizione di un’eternità di sangue l’ha messo in catene. James è sfuggito alla morte diventando un demone, ma la morte gli è comunque rimasta dentro e lo segue in ogni dove da quando è tornato dall’inferno.
I cuori di entrambi vivono in un passato da dimenticare, i corpi si muovono in un presente in bilico tra vizi e virtù. Le menti, le colonne portanti della loro esistenza, sostengono il gran tempio delle loro vite nutrendosi d’arte. E il passato dimostrerà di non essere poi così impotente sul loro presente.
Jago, burattinaio inarrestabile, ha sete di vendetta e niente gli impedirà di ottenerla: Julian è il suo antagonista da annientare e James un mero strumento da piegare.
Peccato che James, un dandy che mai si è inchinato davanti ad anima viva o morta, non appartenga a nessuno se non alla musica del proprio violino.
Peccato che Julian, un affascinante Conte dalle fattezze angeliche, annientato dal senso di colpa per i propri errori passati, si rivelerà più interessante e nobile di quanto prospettato.
Absinthe di Selene Alaska, paranormal romance, male to male, pubblicato il 10 novembre dalla Triskell Edizioni
Julian e James, Jago e Aida, quattro nomi per quattro giovani o, forse, sarebbe meglio dire quattro “esseri” che pur essendo completamente diversi tra loro sono uniti da grandi passioni che si intersecano tra loro e che hanno tutte la stessa base, ovvero l’arte. in tutte le sue forme. C’è Julian, il vampiro centenario dalla bellezza angelica che trova pace solo nel teatro e nelle opere del Bardo, James il demone dall’anima nera che uccide le sue vittime mentre dormono grazie ai sogni e che riversa tutto quello che ha nel cuore nel suo amato violino e nelle melodie struggenti. C’è Aida, una strega che ha trovato nella danza la sua ragione di vita e, infine, Jago, un vampiro che ha fatto della vendetta una vera arte. Nessuno di loro è un santo anche se ne hanno le fattezze, in fondo, sono anime dannate e, pertanto, commettono atti nefasti e, talvolta, scellerati. Però, non li si può incolpare più di tanto, è quella la loro natura, la loro anima mortale è persa ormai. Eppure, nonostante tutto ci sono momenti in cui ognuno di loro potrebbe cambiare qualcosa scegliendo un percorso diverso. Tutti loro hanno fascino da vendere e atteggiamenti e modi di fare molto peculiari. Personalmente ho trovato che ognuno di loro fosse irritante e, allo stesso tempo, amabile. Molesto e gradevole. Disturbanti sotto molti punti di vista eppure non riuscivo a smettere di leggere i loro pensieri, i loro atti.
Non vi mentirò, Absinthe, non è una lettura da fare nei ritagli di tempo, è una lettura impegnativa perché ogni singola parola pronunciata dai vari personaggi ha significati e implicazioni profondi, le citazioni di opere teatrali, liriche, musicali e tante altre cose che hanno a che fare con il mondo dell’arte non sono poche e non sono nemmeno nozioni di cultura generale, pertanto, se non piace il genere si potrebbe far fatica a stare dietro a tutto il racconto. Eppure, il fatto che in questo libro ci sia luce e oscurità, tormento e passione, efferatezza e disillusione, brama e possesso, struggimento e dolore, molto dolore né fanno una lettura che non è facile da abbandonare nonostante più volte io non abbia compreso fino in fondo i modi di agire di tutti loro. Tutti i personaggi sono impregnati di dolore, sono nati dal dolore e con esso convivono ogni giorno della loro lunga vita, quindi preparatevi a soffrire con loro e per loro.