Abbiamo un bacio in sospeso, io e te di Riccardo Bertoldi
Trama Leonardo fa il fotografo, ha trent’anni, gli occhi timidi di chi parla poco e una ferita al cuore che non riesce a rimarginare. Ogni giorno prende il treno per andare al lavoro e sulla carrozza numero 2 incontra il sorriso di Sara, che illumina per un attimo le sue giornate. Qualche volta, però, la paura di amare supera il coraggio di osare. E così, per Leonardo, quella sconosciuta che ascolta musica e scrive su un diario dalla copertina rossa diventa un modo per fantasticare: cosa accadrebbe se finalmente si facesse avanti e decidesse di sfidare il destino? Reduce da una lunga storia, Leonardo è tornato a Verona, la sua città, e ha ritrovato la vita che lì aveva lasciato. Un nuovo amore non era nei piani ma, si sa, il cuore fa i suoi progetti, e a volte ce li mostra nei modi più inattesi. Così un giorno Leonardo capisce che deve tuffarsi – a costo di sembrare un po’ pazzo, a costo di farsi male – e lascia sul sedile che di solito occupa la ragazza una fotografia che le ha scattato di nascosto. Il destino lo porterà dentro un negozio di musica, con la luce della notte che filtra dalla serranda semiaperta, insieme a lei: Sara. E gli ricorderà che a volte basta poco – un sorriso rubato, una bella canzone, un bacio a fior di labbra – per aggiustare un cuore e ricominciare.
Abbiamo un bacio in sospeso, io e te di Riccardo Bertoldi, romanzo di narrativa pubblicato da Rizzoli lo scorso 4 febbraio.
In questi giorni il mio compagno ed io festeggiamo il nostro “convivenzaversario”. Sono quindici anni che, tra alti e bassi, e durissime prove della vita, ci scegliamo quotidianamente. Lui continua a non trovare i calzini nel solito cassetto, io non riesco a non portare a tavola un piatto che non sia o troppo salato o troppo cotto, ma lui stoicamente mangia tutto e non fa paragoni con la cucina della madre, che non ha mai tentato di avvelenarlo. Funzioniamo insieme, perché abbiamo fatto del sorriso e dell’ironia la nostra personale arma contro tutte le avversità. Conosciamo ogni nostro silenzio, ogni sfumatura di un rapporto che non ha mai subito la stanchezza del tempo che passa. Per questo, quando mi vede seduta sul divano, con lo sguardo trasognato e assente, è consapevole che in quel momento io lo sto tradendo con quelli che lui chiama i miei “uomini di carta”. Il nostro amore ha resistito all’alterigia di Mr Darcy, alla perfezione di tanti altri personaggi partoriti da penne eccellenti, ma stavolta qualcosa ha fatto tremare le pareti solide del nostro rapporto.
- Lui chi è ?
- -Leonardo
- Che cosa fa?
- Il fotografo
- Quanti anni ha?
- 30
- Dove vive?
- A Verona
- Come l’hai conosciuto?
- In treno, mi ha scattato una foto e l’ha lasciata sul sedile del vagone numero 2, quello che condividiamo da mesi, senza rivolgerci una parola, giocando solo con sguardi e sorrisi rubati.
Sì, io i libri li leggo così: entrando a gamba tesa nella storia, respirando a pieni polmoni, non riesco ad essere una spettatrice esterna, mi lascio travolgere totalmente e nel caso di “Abbiamo un bacio in sospeso, io e te” sono stata investita da uno tsunami di emozioni. Un libro che parla di seconde possibilità, di scelte, che parla di amore, non solo quello tra un uomo e una donna, ma anche tra un padre e un figlio, che abbatte barriere e distanze e che resiste nel tempo. Ed è incredibile come un giovane autore di appena trent’anni sia riuscito a raccontare, con tanta purezza, le sfumature di un rapporto, imprimendo le sue parole a fuoco nel mio cuore.
Lo so, faticherete a riconoscere la Lorella cinica in questa recensione, probabilmente domani dovrò sterminare una colonia di zanzare per riequilibrare l’universo, ma lasciate che oggi io mi riappropri, per un attimo, del mio lato sognatore e romantico e ringrazi pubblicamente Riccardo Bertoldi per aver donato ai suoi amati lettori un sogno ad occhi aperti, e a me l’ennesimo amante di carta: Leonardo.
Leonardo è un giovane uomo di trent’anni che, dopo aver chiuso una storia importante durata dieci anni, fa ritorno nella sua città d’origine, Verona. Ricomincia da zero, riparte con la sua vita, realizzando un sogno che aveva sempre relegato nel cassetto: diventare un fotografo. La sua vita scorre senza particolari scossoni, le serate con gli amici di sempre, quelli che ti fanno staccare la spina dai pensieri, un rapporto un po’ teso con il padre dopo la morte prematura della madre, e poi c’è lei, la misteriosa ragazza che ogni mattina incontra sul treno che lo porta al lavoro. Condividono lo stesso vagone, ma non si rivolgono la parola, giocano con gli sguardi, si fissano attraverso il riflesso del vetro del finestrino, ma non prendono alcuna iniziativa per conoscersi.
“Ci sono persone che ti fanno stare bene anche senza parlare, e lei è una di quelle. E così ho trascorso settimane nell’attesa di vederla, combattendo contro la voglia di alzarmi e prenderle la mano, ma soprattutto contro la paura di quello che avrei potuto provare se solo lo avessi fatto davvero.”
Poi un giorno, Leonardo fa davvero il primo passo, prende la foto che le ha scattato di nascosto e la lascia sul sedile che di solito occupa la ragazza. Sarà questo l’inizio di qualcosa di davvero magico.
Sara è una ragazza di origini napoletane, che si è trasferita a Verona per lavorare in un negozio di musica, ha talento per la scrittura, le piace comporre canzoni anche se poi non ha il coraggio di inciderle. Quando entrambi decidono di rompere gli indugi, si ritrovano a condividere notti piene di stelle, a raccontarsi dentro al negozio di musica, a lasciarsi andare ad un sentimento che, nonostante spaventi entrambi, non vogliono rinunciare ad esplorare.
“Poi però un giorno incrociamo uno sguardo nuovo e scopriamo che non sono gli anni trascorsi insieme che contano, ma gli sguardi rubati. Qualche volta la vita è così, divide i “per sempre” e unisce gli sconosciuti.”
“Sai a che cosa penso da quando ti conosco? Penso che abbiamo un bacio in sospeso, io e te…”
Credo sia riduttivo aggiungere che ho adorato ogni singola parola di questo romanzo, Riccardo Bertoldi ha di nuovo fatto centro a distanza di un anno dalla pubblicazione di “Resti?”.
Il suo talento narrativo non ha eguali, ha una capacità di dissezionare i sentimenti e farceli osservare da diverse angolazioni che non è così scontata e immediata in autori tanto giovani. È un puro, e i puri ti fanno emozionare con poco, un tramonto o un ballo sotto la pioggia. I suoi personaggi sono caratterizzati alla perfezione, vorrei chiedergli quanto lui somigli a Leonardo, un uomo capace non solo di catturare la mia attenzione e di farmi sognare insieme a Sara, ma che le lacrime vere me le ha fatte versare quando decide di ricostruire un rapporto con suo padre. Non sempre ho capito le sue scelte nella storia con Sara ma, quando Leonardo ci parla di suo padre, lì avrei voluto davvero stringerlo forte e ringraziarlo per il coraggio, per la volontà di non dare per scontato il suo genitore, per la voglia di abbracciarlo e non lasciarlo andare. Ecco, in quel momento avrei tanto voluto fare mie le sue scelte, non perdere tempo e correre da mio padre, stringerlo forte e non lasciarlo andare più. Grazie, Riccardo Bertoldi: abbiamo una scorta di lacrime in sospeso, io e te.