Blog Tour – Il sussurro delle api di Sofia Segovia

Trama Sono i primi anni del Novecento e gli echi della rivoluzione hanno raggiunto, insinuandosi tra campi e colline, la campagna fertile di Linares: un laborioso, coriaceo angolo di Messico dove sorge l’hacienda dei Morales. È in questa famiglia che vive la nana Reja, l’anziana nutrice che ha cresciuto generazioni di bambini e ora trascorre i giorni sulla sedia a dondolo. Finché una mattina, vincendo la sua leggendaria immobilità, Reja s’incammina e arriva al ponte, come svegliata da un richiamo. In un viluppo di stracci, proprio lì, e circondato da un nugolo di api, c’è un neonato. Lo chiameranno Simonopio, questo bambino magico che gli insetti non pungono, questo bambino dannato che al posto della bocca sembra abbia un buco. In silenzio, il piccolo impara a leggere i voli delle sue amiche api e da quelli a capire le oscillazioni della natura e i suoi presagi. Così, mentre l’epidemia di influenza spagnola colpisce la regione e tradizioni arcaiche si infrangono contro l’onda di un tempo nuovo, la famiglia Morales si affida all’intuito di Simonopio. E costruirà grazie a lui un nuovo futuro.
Il sussurro delle api è un’epopea familiare in cui la dimensione privata e le grandi vicende storiche si fondono in uno scenario di incredibile potenza visiva. Nel leggere le pagine di Sofía Segovia non riusciamo a non sentire, forte, la voce della grande letteratura latinoamericana e a riconoscerne ancora una volta la bellezza

Il sussurro delle api di Sofia Segovia, libro di narrativa contemporanea pubblicato da Rizzoli oggi il 16 giugno 2020.

Seconda tappa – Nana Reja

Sofia Segovia scrive questo libro con molta licenza artistica ma ispirata a fatti realmente accaduti, verificatisi nel nord del Messico a partire dal 1910, tra la rivoluzione e la pandemia di influenza Spagnola. E devo dire che già solo per questo ho trovato un’attinenza perfetta con il particolare momento storico che stiamo vivendo. Nonostante sia ambientato nel secolo scorso, i sentimenti, le apprensioni, i problemi e i pensieri di chi resta, sono esattamente gli stessi.

La storia segue la vita della famiglia Morales, proprietari terrieri da generazioni a Monterrey nella zona di Linares ma non solo. Quando un neonato sfigurato viene abbandonato nella loro terra, con un alveare di api accanto, Francisco e Beatriz Morales lo adottano trattandolo come loro, nonostante la sua deformità facciale.

È Nana Reja a salvarlo. Lei è l’anziana tata dei Morales che siede su una sedia a dondolo, giorno dopo giorno per decenni, all’ombra di un capanno, sul terreno della hacienda. Quando improvvisamente scompare, tutti pensano al peggio poiché abituati a vederla come una presenza fissa sulla sua sedia. Ritrovata la mattina seguente a chilometri dall’hacienda con in mano due fasci avvolti nei grembiuli, sembra quasi un miracolo! Ma ciò che porta appresso lo è ancora di più: un bambino appena nato ricoperto di api, quello che poi chiameranno Simonopio, ed un alveare con tutte le sue abitanti.

Ma Nana Reja non è disposta a lasciarlo andare. Quel bambino è infatti la reminescenza di un passato che non riesce a dimenticare nonostante sia ormai lontano. Ma è comprensibile che la violenza subita in gioventù e la conseguente gravidanza culminata con la morte del proprio figlio, abbiano segnato per sempre la giovane Reja, colpevole solamente di essere nata femmina, povera e nera. Il destino però ha sempre in riserbo delle sorprese per le anime pure, così il cammino di Reja incrocia quello del medico di Linares. Egli, sfruttando la situazione con occhio critico e senso pratico, la introduce nella casa dei Morales per prendersi cura del loro piccolo appena rimasto senza madre. Ed è così che Reja inizia la sua carriera di tata, amando visceralmente tutti i bambini bisognosi del suo latte e delle sue cure materne, a partire da quel piccolo che le ricordava tanto il figlioletto perduto.

Nana Reja è un grandissimo personaggio, amata e rispettata da tutta la hacienda, specialmente dai Morales che la tengono molto in considerazione come simbolo delle proprie radici, prosperate anche grazie alle cure della donna. Proprio per questo quando lei, ferma nelle proprie intenzioni, decide di tenere il bambino con le api, nessuno la contraddice, nonostante il presagio di sventura dovuto alla particolare condizione del piccolo.

Ma Nana Reja non si smentisce e dalla sua ha tanta saggezza quante sono le rughe che le ricoprono il corpo. Lei sa sempre cos’è giusto e sotto le sue amabili cure, Simonopio vince le avversità crescendo accettato e amato assieme alle sue api. Nonostante lui non riesca a parlare, acquisisce la voce del silenzio utilizzando una lingua tutta sua, attraverso l’amore e i gesti affettuosi che lo contraddistinguono.

Tuttavia, nonostante la mano protettiva di Simonopio e quella vigile di Nana Reja, sulla famiglia Morales non tutto il male può essere fermato.

Dovete assolutamente leggere questo libro perché è creativo e davvero ben scritto! Crea un’atmosfera che seduce i sensi con ricche descrizioni sui luoghi, la natura senza tralasciare la tragedia. Grazie ad un fascino realistico che non guasta di sicuro, mette d’accordo gli amanti dei romanzi storici alla Marquez ma anche i patiti della Allende. Non sarà facile dimenticarsi di tutti i personaggi, perché ognuno ha davvero una storia nella storia da raccontare.

Ma il più sensibile, perfetto ed inimitabile resta Simonopio -il mio preferito-. Riuscendo a percepire il pericolo e il male, ha la delicatezza di pensare al prossimo, specialmente coloro che ama, inclusa la sua Nana Reja, ringraziando di cuore per la generosità della natura che lo circonda tra le colline della hacienda. Lui, che paradossalmente ha avuto più sfortuna di tutti, poiché affetto da palatoschisi. Ma Simonopio da sempre lo sa, che la vita va amata nelle piccole cose e, forse, è proprio per questo che i lettori lo amano unicamente per ciò che è.

La sua storia e quella di Francisco Junior -ultimo figlio dei Morales- sono intrecciate a doppio filo, restando sempre toccanti e riflessive, diventando il filo conduttore emotivo di tutto il libro. Ma Il sussurro delle api è anche un viaggio di prim’ordine nel tempo in cui la politica messicana, la cultura e un’epidemia mortale in rapida espansione, sono lo specchio della difficile situazione dei proprietari terrieri che persero gran parte della loro ricchezza durante la rivoluzione e per la malattia. Allo stesso tempo, però, è anche il racconto di coloro che lottano per sopravvivere, dell’umanità di chi sta a servizio -come Nana Reja- con la sola colpa di avere la pelle di un altro colore, il rovescio della medaglia del latifondismo.

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