Rubin – The Gemstone Series vol.1 di Teresa Greco

Trama Rubin Miller è il secondo figlio dei ricchi coniugi Miller. Proprietario insieme a sua sorella della gioielleria di famiglia, il Quilates è un posto che, nelle loro mani, ha subito un’evoluzione insolita.
Il destino lo porta a incontrare una bella e schietta prostituta di nome Lily. Il suo viso angelico, tempestato di peculiari lentiggini, è un dettaglio che resta impresso. Rubin le propone un affare importante, l’occasione di riscatto e indipendenza che lei ha sempre sognato.
Rubin e Lily sono ghiaccio e fuoco, ma le loro vite sono accomunate dall’amarezza di lacrime passate, e dalla paura di amare e sbagliare.
Qualcosa comincerà a cambiarli e avvicinarli, tuttavia, il peso delle scelte fatte incomberà sul loro cammino. Si ritroveranno coinvolti in una situazione piena di segreti, incomprensioni, baci proibiti e suspense.
Spesso il passato può condizionare il nostro futuro, ma fino a che punto? Quale sarà la strada che intraprenderà Lily?
Queste due anime tormentate sono davvero destinate a trovarsi e congiungersi?

Tossico è l’amore.
È veleno per lo spirito.
È una malattia del cuore.
È un’ombra che si cela tra le proprie debolezze e ti soffoca, senza ucciderti, perché il suo scopo ultimo è farti impazzire, agonizzare. 

Rubin di Teresa Greco, contemporary romance pubblicato in self il 24 marzo scorso. Questo libro è il primo volume autoconclusivo della nuova The Gemstone Serie.

Sarò estremamente sincera, mi trovo un po’ in difficoltà a parlarvi oggi di questo libro. È come se mi trovassi di fronte un meme del web, in cui si confrontano aspettative vs realtà, avete presente? Aspettative alte, ma che nella realtà sono state ahimè deluse.

Il libro viene presentato come un contemporary romance, anche se a mio avviso non è proprio corretta come collocazione, poichè sta in bilico tra contemporary\thriller\spy\romance.

E fino a qui tutto bene, anche perché è stata la trama ad aver subito attirato la mia attenzione, pensando di trovarci quel pizzico di angst che non guasta mai.

Invece mi sono ritrovata non solo con un miscuglio di generi senza una vera identità, ma anche con una deviazione sulla trama per cui forse andava avvisato il lettore in partenza.

Inoltre, sarete d’accordo con me che una storia debba avere un linguaggio consono che segua la trama e lo sviluppo dei personaggi mentre, in questo caso – mi dispiace dirlo – la scrittura è risultata ai miei occhi decisamente piatta e mi ha proprio dato l’impressione che tutti i personaggi “parlassero” alla stessa maniera.

Ma veniamo al dunque ed entriamo nel vivo della storia. L’ambientazione è Londra ed io, che l’ho vista e rivista parecchie volte, non la ritrovo tra le pagine. Ok che è appena accennata con le vie più importanti, ma non è certo sufficiente per farmi immergere nelle scene. Non mi fa capire di essere nella brulicante Londra multietnica, piena di odori forti e sapori dal mondo, quella dei rumori e delle luci a Piccadilly Circus o dei Black Cabs. Non mi è arrivato niente di tutto questo. Più specificamente si può dire che il negozio dei Miller sia importante ai fini della storia, eppure nemmeno per questo abbiamo una particolare descrizione, potrebbe benissimo essere Tiffany sulla 5° Strada di New York.

Sarete ancora una volta d’accordo con me se dico che una storia, per essere tale, deve avere una sequenza di eventi giustificati, che vanno in crescendo fino ad arrivare alla fine. Bene, io ho fatto molta fatica, sin dall’inizio, a capire i due fratelli Miller. A capo di una generazione di gioiellieri molto famosi in città – e di conseguenza molto ricchi – hanno bisogno di aumentare le loro finanze scegliendo una destinazione illecita nascosta dietro l’azienda di famiglia. Ma perché? Onestamente non lo trovo verosimile e nemmeno coerente con l’arrivismo di Emerald, la sorella di Rubin che, nonostante lo spirito imprenditoriale, non riesco ad immaginare mentre istruisce prostitute per trasformarle in perfette lady.

E com’è possibile, a questo punto, che il tanto amato nonno David sia compiacente?

Ciò che succede poi con l’arrivo di Lily smuove Rubin dall’apatia in cui è caduto dalla morte dei genitori, ed innesca una serie di situazioni che dire inverosimili è poco. Tra tutte, trovo il piano congeniato da Rubin per levare Lily dalle grinfie del perfido Gerard Banks, un cosiddetto buco nell’acqua. Per non parlare della presenza letteralmente provvidenziale del vicino che, in un momento clou, assiste ad una scena davvero critica senza poi farne parola alle autorità. Insomma, io sicuramente ho trovato parecchi intoppi in questa trama.

Ma andiamo avanti. Se i fratelli Miller sono chiaramente riconoscibili, come personaggi di spessore all’interno della storia, Lily ha un passato difficile che ci si aspetta torni a farle visita prima o poi.. anche se quel “poi” si riduce ad un incontro sbrigativo e mal raccontato. Inoltre, la sua condizione di cinica prostituta d’alto borgo, vuole rimandarci alla pellicola di Pretty Woman, con la quale però non ha davvero nulla in comune se non la professione. Del passato della famiglia Miller verranno svelati anche altri segreti, relativi a dei personaggi che sembrano a volte unicamente accennati, nonostante il peso che ne vorrebbe dare l’autrice. E il già citato nonno David, figura al quale avrei affidato il filo conduttore della storia, rimane unicamente messaggero di questi segreti. Tra multimilionari viziati e mostri che si celano proprio dietro un cospicuo conto in banca, malfattori, mercificatori del genere femminile e spie degne di Scotland Yard, non sono davvero riuscita ad apprezzarne nessuno.

Ma se il punto centrale della storia, l’idea su cui ruota tutto l’intreccio, è evidentemente l’amore contrastato tra Rubin e Lily, anche in questo caso ci sono delle falle che mi hanno disturbata durante la lettura e che hanno tolto, anziché aggiunto, al risultato finale. Diciamo che l’idea del loro amore nato sotto una cattiva stella, ci poteva anche stare, peccato per lo svolgimento davvero semplicistico, la descrizione degli amplessi moralmente miseri e il corollario di situazioni inverosimili in cui i due incappano, prima di capire veramente ciò che provano l’uno per l’altra. Il finale, che è ho trovato scontato sin dalla prima pagina, quando arriva non è nemmeno paragonabile ad un botto di capodanno.. anzi, mi ha proprio lasciata un po’ basita ad essere del tutto sincera.

 Bene, adesso mi aspetto tanti “buu” in coro da parte vostra, e proprio perché mi aspetto reazioni del genere, vorrei precisare ogni recensione pubblicata è frutto di un gusto puramente personale, e questo di oggi è il mio giudizio, giusto o sbagliato che sia ai vostri occhi.

Riassumendo, avrete capito che non c’è stato per nulla feeling tra me e questa lettura. Ma vi invito a leggere questo libro e a non farvi influenzare dal mio pensiero! Ovviamente, il dibattito è aperto e sono molto curiosa di sapere la vostra opinione a riguardo visto che Teresa Greco ha un seguito molto cospicuo e capisco di essere una mosca bianca.

2 stelle

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